Il nome deriva dal latino Pelagium (mare aperto), trasformatosi nel medioevo in Plagium epoi Praiano. Nel Medioevo Praiano era uno dei casali della Antica Repubblica Amalfitana. Il paese venne scelto come residenza estiva dei Dogi di Amalfi ai tempi della Repubblica Amalfitana. Ed è di epoca angioina la più bella torre di guardia esistente sull’intero litorale. Fu, infatti, Carlo I° di Angiò nel 1278 a volere la Torre Assiola, detta la “Sciola” nel tenimento di Praiano.
In questa località fu costruito un attracco per le navi detto “scarricaturo”, simbolo di traffici e di commerci. Una città, quindi, marinara, che ha avuto questa attività fiorente sino al ‘700, ma anche una città attiva, industre, dove si confezionava il “filo torto”, si lavorava il lino e, in epoche più recenti, si confezionavano le retine per i capelli e si effettuava la salamoia delle alici. Sin dai tempi antichi, tra il 1300-1400 e fino alla fine del 1800, a Praiano si praticava la pesca del corallo. Era un buon mestiere malgrado richiedesse enormi sacrifici.
Da alcuni documenti di atti di vendita del corallo datati 1400-1500 si evince che, in quel tempo, per un rotolo di corallo occorrevano tre tareni e 10 grani: tarenis tribus et granis decem. Era un mestiere duro, che si tramandava di padre in figlio. Si andava a vela sino a Ponza e in caso di cattiva pesca ci si spingeva sino all’Asinara e, se calava il vento e c’era “calìa di mare” (mare calmo) si andava a remi. Canonicamente, Praiano dipendeva dall’Abate di Positano.